Gli studi di scienza dell’alimentazione, la tradizione letteraria e la documentazione archeologica in Magna Grecia e Sicilia restituiscono un quadro molto particolareggiato della tradizione culinaria e delle tradizioni alimentari nel mondo antico.

Le fonti non omettono di citare la ricchezza di risorse provenienti da territori fertili.

La dieta mediterranea, quale combinazione di tutti i prodotti come olio, vino, grano, pesce rappresenta per la Magna Grecia e per la Sicilia uno dei pilastri della propria cultura.

Al centro di quest’alimentazione ci sono olio, pesce e vino.

OLIO

L’olio d’oliva, alimento fondamentale, utilizzato per la preparazione di molti piatti e per la conservazione degli alimenti, era considerato un bene prezioso, simbolo di fertilità e benessere.

Pochissimi prodotti sono cosi legati alla storia e alla cultura di un luogo come l’olio d’oliva e gli ulivi riguardano il patrimonio culturale della Magna Grecia, della Sicilia e della Grecia.

Dotato di un forte simbolismo attraverso la mitologia e la religione, ma anche associato alla gastronomia e ad una sana alimentazione, l’olivo e i suoi prodotti sono una componente unica della cultura antica e mediterranea.

L’olio d’oliva veniva utilizzato in molteplici modi, da base per salse e condimenti a ingrediente principale in molte pietanze. La sua versatilità lo rendeva un componente essenziale della cucina quotidiana, dalla semplice pagnotta all’abbondante banchetto.

Gli agronomi latini come Catone e Columella codificarono la pratica dell’olivicultura, infatti l’olio era diviso in tre tipologie: l’oleum omphacium, la qualità migliore, si estraeva dalle olive ancora verdi e la sua produzione avveniva a settembre, si utilizzava soprattutto per le offerte religiose e per la produzione di profumi che, secoli prima dell’utilizzo dell’alcol, avevano proprio l’olio come base. L’oleum viride si produceva a dicembre impiegando olive tra il verde e il nero, ed era un olio più morbido e fruttato. Infine, l’oleum acerbum veniva ottenuto da olive cadute a terra e per questo di qualità inferiore.

L’olio d’oliva è alla base della dieta mediterranea, conosciuto per la sua purezza, il gusto eccezionale e l’alto valore nutritivo.

La cucina mediterranea contemporanea si basa ancora sul suo uso, e le proprietà benefiche dell’olio d’oliva per la salute sono ampiamente riconosciute.

PESCE

Altro alimento particolarmente apprezzato sulle antiche, prodotto per il quale possediamo ampie attestazioni relative alla pesca, al consumo, alla produzione e commercializzazione sia attraverso le fonti letterarie, sia attraverso le fonti iconografiche.

Il pesce siciliano era molto apprezzato sulle mense antiche. Molte prelibate erano le murene di Capo Peloro, il gamberone imperiale di Catania, le conchiglie di Tindari e del Peloro, le sardelle di Lipari, pesce spada e tonno.

Particolarmente interessante anche la notizia relativa alle anguille, molto conosciute, soprattutto
quelle dello Stretto come lo stesso Atheneo di Naucrati nella sua opera Δειπνοσοφισταί (I dotti a banchetto) afferma:

(…) Lodo ogni tipo di anguille, ma quelle che si prendono a Reggio, nello stretto di mare, sono
tutt’altra cosa. Tu, messinese, sei avvantaggiato nei confronti degli altri mortali, perché puoi
mangiare di questo cibo soave. (…) Ottimamente le anguille si possono cuocere, e mangiare, dentro
foghe di bietola bianca. Lo Stretto di Scilla vede e nutre nelle sue acque, che bagnano l’Italia
boschiva, il latos. Questo pesce è presente anche nel Nilo.

Soprattutto il pesce azzurro diventò la base del garum, salsa composta da pesci piccoli non eviscerati. Eccellente intingolo con ingredienti altamente proteici e con contenuto di omega 3.

VINO

Il vino è senza dubbio una delle più importanti bevande prodotte, commercializzate e consumate nell’area mediterranea.

Nella letteratura greca, il vino è stato un topos centrale, sviscerato ed evidenziato dagli autori più illustri.

Per gli antichi il vino, era una bevanda sacra ad esempio Platone afferma “Nulla di più eccellente o prezioso del vino è stato mai concesso all’uomo dagli dei.

Era stato lo stesso Dioniso a rivelare agli uomini i segreti della produzione del prelibato nettare.

Il mondo antico risulta ricco di un’insospettata varietà di uve, tanto che già Virgilio presenta nelle Georgiche un elenco degno di un moderno intenditore, citandone alcune che provengono da ogni angolo del Mediterraneo, in particolare dal mondo ellenico: le uve di Argo, di Rodi, oltre alle celebri viti Falerne, prodotte da terre italiche.

Alceo, Poeta lirico (VII- VI sec.a.C.) nel frammento n.346 canta questi versi:

Beviamo, perchè aspettare le lucerne? Breve il tempo.
O amato fanciullo, prendi le grande tazze variopinte,
perchè il figlio di Zeus e Sémele
diede agli uomini il vino
per dimenticare i dolori.
Versa due parti di acqua e una di vino;
e colma le tazze fino all’orlo:
e l’una segua subito l’altra.

(Trad. Salvatore Quasimodo)