Valeria Lopis Rossi intervista Massimo Carlino

“…Una notte di giugno caddi come una lucciola sotto un gran pino solitario in una campagna d’ulivi saraceni affacciata agli orli d’un altopiano d’argille azzurre sul mare africano”.

Un “pizzino” ritrovato postumo nel quale Luigi Pirandello traccia, con poche semplici parole, il paesaggio natìo, lo skyline diremmo oggi, di quella contrada chiamata “Il Caos” dove la sua famiglia soggiornava temporaneamente per sfuggire ad un’epidemia di colera.

Siamo a pochi passi dalla maestosa Valle dei Templi, nei pressi di quella che fu Girgenti, e in un’atmosfera non lontana da quella vissuta in questi giorni è qui che  il grande drammaturgo aprì gli occhi al mondo: davanti gli stessi ulivi e le campagne attraversate dalla luce abbacinante che s’apre verso il turchese del Mediterraneo, dove tutt’oggi si ritrova il visitatore che si inerpica lungo i sentieri ambrati per raggiungere i templi che costellano la via sacra.

Un cammino dove, in qualsiasi stagione, la presenza degli ulivi secolari è discreta ma allo stesso tempo monumentale: una costante che rappresenta il passaggio di testimone delle civiltà con esemplari che raggiungono anche i 700 anni d’età, pur rimanendo fertili e produttivi.

Valle dei Templi

Valle dei Templi, alcuni momenti della raccolta. Foto di Franco Carlisi

A curare la produzione delle cultivar del Parco della Valle dei Templi l’azienda Val Paradiso di Favara (AG), alla quale da alcuni anni è stata affidata la gestione e la commercializzazione con il marchio “Diodoros”-, circa 5.000 bottiglie all’anno che racchiudono l’olio EVO delle drupe nate sotto le fronde di tanta bellezza, riportando nel Parco l’etica del fare e la laboriosità dell’uomo che si relaziona con la terra.

Nocellara del Belice, Cerasuola, Biancolilla e Coratina costituiscono la biodiversità endemica dell’areale nel quale nasce più di 40 anni fa l’etichetta Val Paradiso, una zonazione suddivisa in diverse contrade per totale di 100 ettari e che, nei pressi di Camastra – Naro (AG), mantiene sempre vivo il cuore pulsante dell’azienda: il frantoio, fiore all’occhiello per tecnologia avanzata e zero emissioni grazie agli impianti di minieolico e fotovoltaico, che producono tutta l’energia necessaria per l’autoalimentazione.

Dietro una realtà così strutturata c’è la passione di Massimo Carlino e dei suoi fratelli, tutti coinvolti nell’attività di famiglia che, solo dopo aver chiuso lo studio d’ingegneria (altro mestiere di famiglia nel quale fare squadra fa la differenza), vestono i panni dei produttori con l’impegno che si manifesta anche nelle scelte, senza scorciatoie e semplificazioni, di aderire ai disciplinari dell’agricoltura biologica in assoluto rispetto dell’ambiente, in campo nessuna sostanza chimica, diserbanti o insetticidi, ma esclusivo uso di prodotti naturali e sostanze organiche.

“Il Progetto Diodoros ci riempie di orgoglio, ritengo sia un privilegio poter raccogliere i frutti di un luogo unico al mondo per storia e significato – racconta Massimo, che su quegli alberi ci mette le mani con l’emozione e il rispetto che si deve a una creatura così longeva. – Con il neo direttore del Parco, Roberto Sciarratta, sento che faremo un grande lavoro di promozione di un territorio e di un prodotto che rappresentano quanto di meglio la Sicilia ha da offrire.

Diodoros affianca una linea olearia che si completa con il nostro Classico, il Biologico e l’IGP Sicilia Bio, molto apprezzato all’estero. Adesso il ciclo produttivo è in piena fioritura, il vento impollinerà i fiori e presto nasceranno le piccole olive, una fioritura che quest’anno è straordinaria per bellezza ed abbondanza, premessa di una produzione ottimale. Il disastro sanitario ha arrecato un danno anche a noi – sottolinea Carlino – con il settore Ho.Re.Ca. bloccato, i flussi turistici annullati e le cerimonie rimandate a data da destinarsi, i prodotti di qualità, compresi gli oli, risentono di un calo importante.

Valle dei Templi

Valle dei Templi, alcuni momenti della raccolta. Foto di Franco Carlisi

Rimane saldo il nostro mercato estero e i canali privati che resistono. Prima dell’emergenza abbiamo avuto un bel riscontro con i nostri oil tour, dei percorsi che si snodano attraverso la campagna, il frantoio e la nuova attività dell’Accademia Val Paradiso, la nuova scuola dell’olio che abbiamo aperto dentro la struttura, che ospita una cucina professionale dove facciamo corsi ed esperienze di cucina tipica”.

La ripartenza è ancora lontana eppure sembra che un nuovo inizio arriverà anche dai tour agricoli, più in linea con gli standard anti-covid e dunque per potenziale d’offerta e apertura degli spazi più idonei a transitarci verso un tempo sempre più normale nel quale godere di un week end all’aria aperta, all’ombra delle fronde di un ulivo.