(ANSA) – PALERMO, 23 GIU – Per i detenuti del carcere “Pasquale Di Lorenzo” di Agrigento un uliveto diventa una opportunità di formazione, reinserimento e riscatto sociale.

E’ stato presentato nell’istituto penitenziario, l’olio extravergine d’oliva “La Rupe”, frutto delle olive coltivate all’interno della tenuta agricola della struttura, raccolte a mano dai detenuti e lavorate nel frantoio dell’azienda “Val Paradiso”.

Tra i presenti, Anna Puci, direttore della casa circondariale, Giuseppe Di Miceli, responsabile dell’area trattamentale, Giovanni Alati, agrotecnico dell’istituto, Matteo Vetro, agroneomo di Val Paradiso, Massimo e Desiderio Carlino, titolari dell’azienda di olivicoltura. Nel corso dell’iniziativa, sono stati presentati i risultati del progetto “Viaggiare su un filo d’olio“, avviato nell’autunno dell’anno scorso, con una riflessione sull’impatto del progetto e sono state annunciate anche le novità in programma per l’edizione 2025, che si arricchirà con un modulo formativo avanzato, volto a trasmettere ai detenuti conoscenze sull’intera filiera dell’olio d’oliva: dalla raccolta alla trasformazione, fino alla progettazione dell’ etichetta e alla promozione del prodotto sui canali digitali e social. Un percorso completo, che affianca al lavoro agricolo competenze in ambiti creativi e commerciali.

“Vogliamo offrire la possibilità di rieducare, di un’alternativa – dice il direttore del carcere Anna Puci – e trovare il contatto con il mondo esterno, con il lavoro, con la terra. I detenuti impiegati nella lavorazione sono stati 4, tutti a trattamento intensificato, che hanno già la possibilità di poter espletare attività lavorative sia dentro che fuori il penitenziario”.

“I detenuti hanno raccolto le olive, mentre noi siamo intervenuti nelle fasi successive la frantumazione, la produzione dell’olio extravergine d’oliva, lo stoccaggio, l’imbottigliamento e abbiamo dato anche un contributo per l’etichetta e la parte amministrativa – aggiunge il titolare di Val Paradiso Massimo Carlino -. Il frantoio è diventato un vero e proprio laboratorio del fare, del sapere, di rinascita, di speranza”.

(ANSA)