Il mito narra che gli dei contesero il possesso dell’Attica tra il dio Poseidone e la giovane Atena.
L’olivo, da sempre presente nel bacino del Mediterraneo, ci dona uno degli ingredienti più preziosi: l’ OLIO.
In Sicilia, questa pianta millenaria si collega alla colonizzazione greca, che determinò la fondazione di tante città, che divennero ricche e potenti grazie all’agricoltura e alla coltivazione del frumento e dell’olio
Sin dall’VIII sec.a.C., le prime colonie siceliote, da Naxos a Siracusa, da Katane a Gela, da Megara Hyblaea a Selinunte, incentivarono la coltivazione della pianta di olivo, preziosa per il suo olio e così ricercata nel Mediterraneo.
Akragas, fondazione sottocoloniale di Gela fondata attorno il 580 a.C., si espanse rapidamente e diventò la città più cara agli dei grazie al commercio dell’olio che esportava dal suo porto-emporio situato alla foce del suo fiume.
L’olivo era considerato una pianta sacra, bruciare questa pianta costituiva un atto di empietà, che veniva punito anche con l’esilio.
Il mito narra che durante i primordi del mondo, gli dei contendevano per la supremazia sulla terra e il dio Poseidone, anziano fratello di Zeus, scese a contesa più volte con la dea Hera per Argo e con la giovane nipote Atena, prediletta dal padre per il possesso dell’Attica.
Atena, dea della sapienza e della saggezza donò all’umanità l’olivo, pianta domestica per eccellenza.
Questo avvenne durante la contesa in cui Atena e Poseidone si sfidarono per ottenere il patronato sulla città di Atene: Poseidone squarciò la terra con il tridente e fece sgorgare da una pozza di acqua salmastra il cavallo, Atena, invece fece spuntare dalla terra l’olivo con un colpo di lancia. Cecrope, re della città ed arbitro della contesa, assegnò la vittoria ad Atena e l’olivo divenne il simbolo della città.
Quel lago salato, proprio laddove ancora oggi, a quanto racconta Pausania, nell’Eretteo si conserva un pozzo di acqua salmastra.
Invece Atena non pensa a dare spettacolo, fa nascere la sacra pianta dell’olivo, per proteggere la città e se bruciata rinasca ogni volta, più forte di prima, nel giro di un sol giorno, perché le sue radici sono resistenti e non muoiono mai, come si narra che sia accaduto dopo l’invasione e l’incendio dell’Acropoli da parte dei Persiani ( 480 a.C.).
La pianta dell’olivo divenne simbolo di pace, di prosperità e della luce, che illumina il percorso degli uomini nell’oscurità della notte e del percorso di civiltà.
L’olivo dà un frutto che si mangia e si beve, con la sua spremitura si unge l’atleta e si purifica il morto, mentre i suoi rami accompagnano il feretro.
Ramoscelli di olivo si portano ai vincitori delle gare che si svolgono in occasione delle Panatenee.
Questa pianta è connessa con la sessualità e la generazione, infatti, secondo una tradizione locale nell’isola di Delo si racconta che ad un albero di olivo si appoggiasse la madre Latona per spingere fuori dal suo ventre i due figli gemelli Apollo ed Artemide, cosi questa pianta ai primi vagiti dei due neonati rifulse d’oro.
A Delo, l’olivo era famoso : portava benedizione e fortuna ai viandanti o ai marinai, che giunti nell’isola, ne masticava il fusto come gesto simbolico e beneaugurante.
L’olivo è dunque una pianta che dà frutto, cibo principale per il povero,ma che è legato anche ad una serie di valori connessi con la nascita e la riproduzione.
E’ dunque un albero speciale: non ha bisogno d’irrigazione, il suo frutto si ingrassa con la pioggia che in tarda estate e in autunno invia Zeus dal cielo, una vera e propria benedizione per una terra assetata.
L’olivo è un elemento fondamentale nella cultura greca, radicamento con la terra e con il territorio, rappresenta il simbolo di questo legame genetico con la città e con Atena stessa.
Se Atena è la dea <<dagli occhi lucenti>>, per tale motivo l’olivo è detto <<lucente>>.
Archeologa, Conservatore, Accompagnatrice gruppi e comitive nelle visite di opere d’arte, musei, scavi archeologici, gallerie. Curatrice di mostre, Operatore didattico-museale, Assistente di scavo archeologico, Tour leader, Antichista. Grazie alla formazione conseguita negli anni ha un profilo che si colloca perfettamente nel settore del turismo, dove intende impiegare al meglio le proprie conoscenze e competenze. Viviana coltiva inoltre un lato artistico, si dedica anche infatti alla realizzazione di performance artistiche-letterarie dal vivo, coinvolgendo gli spettatori. Si dedica inoltre alla formazione di bambini, ragazzi ed adulti nel settore archeologico e dei Beni Culturali tramite laboratori di didattica! Ama il suo lavoro e lo lascia trasparire mettendolo in pratica.